Abbiamo intervistato Francesco Latartara, allenatore degli Allievi Regionali, che ci ha parlato della sua nuova esperienza nel Settore Giovanile del Taranto F.C. 1927. Quali sono le sue aspettative per il campionato Allievi Regionali che inizierà a ottobre? L’aspettativa è quella di far crescere i ragazzi giovani nel minor tempo possibile e farli debuttare nelle categorie superiori come la Juniores e, se c’è la possibilità, anche nella Prima Squadra. L’obiettivo è di farli crescere tecnicamente, tatticamente e sotto l’aspetto comportamentale.   Qual è il programma della preparazione in vista del campionato? Abbiamo iniziato lunedì 21 agosto e ci alleneremo per tre settimane consecutive, giocando molte amichevoli. Lavoriamo dal lunedì al venerdì e poi la domenica spazio alle partite.   Ci sono ragazzi che hanno raggiunto meriti a livello nazionale? Qualcuno ha già giocato nella Rappresentativa Nazionale nello scorso anno. Quest’anno, essendo Serie D, la categoria è regionale dove comunque possiamo aumentare i nominativi.   Lei ha alle spalle una lunga carriera da calciatore. Come si è trovato ad affrontare il salto da giocatore ad allenatore? Non è stato facile perché da calciatore pensi solo a te stesso, in cui fai due allenamenti al giorno e poi vai a casa. Invece da allenatore devi pensare a 20 ragazzi, li devi far lavorare bene in un gioco di squadra, non individualmente ed è un compito più difficile. Però è un’esperienza stimolante e, se hai la passione di insegnare calcio, diventa tutto più facile.   Com’è Ciccio Latartara come allenatore? Non devo scoprirlo io, a me piace allenare e starei 24 ore su 24 su un campo da calcio. Mi piace insegnare calcio, giocare palla a terra e l’alchimia dei movimenti giusti vengono da soli facendo tanto allenamento. Soprattutto sono del parere che bisogna comportarsi prima bene e poi viene il lato tecnico e tattico. Modulo prediletto? Lo scelgo in base ai ragazzi, nella posizione dove possono dare il meglio di loro. Non ho un modulo preferito anche se sto usando il 4-3-3 con gli Allievi perché giochiamo spesso in allenamento contro la Prima Squadra.   Le parole principali da inculcare ai suoi ragazzi rossoblù? Amore per la maglia del Taranto, divertimento, entusiasmo e positività. Se i ragazzi hanno queste caratteristiche con me giocano. L’amore per la maglia per me deve essere già la prerogativa importante per loro.   Cosa significa lavorare a Taranto? Dato che lei ha anche giocato con la maglia rossoblù e in quattro stagioni ha collezionato il bottino di 97 presenze in campionato. È bello: è una cosa stimolante ed emozionante soprattutto perché giochi per la tua città. Voglio inculcare ai ragazzi la mentalità del calciatore a Taranto e debuttare in Prima Squadra con i rossoblù è ancora più bello. Avere la fortuna che ho avuto io è una cosa stupenda.   Da Ciccio a Ciccio. Un pensiero sul Taranto di mister Cozza che si prepara ad affrontare il campionato di Serie D. Io l’ho vista giocare un po’ di volte e secondo me è una buona squadra. Manca secondo me qualcosina, però la squadra è buona: in difesa ha forti calciatori di categoria; a centrocampo ci sono dei giovani veramente validi e in attacco c’è Pera che ha fatto tantissimi gol negli ultimi anni e Aleksic che ha fatto la differenza con la maglia del Francavilla in Sinni. Quindi ci si può divertire.   Si riconosce in un calciatore della Prima Squadra? Come ruolo o come credo calcistico? L’ultimo acquisto che è stato fatto, Marian Galdean, ha le mie stesse caratteristiche di quando giocavo io a calcio, centrocampista con la visione di gioco. A me però piace un altro calciatore del Taranto, sempre in quel ruolo, che è Davide Corso. In realtà non lo conoscevo ma l’ho visto giocare e mi è piaciuto molto perché ha una personalità elevata, piedi, tecnica, fisica e secondo me è stato un acquisto azzeccato della società.   A cura di Eligio Galeone

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